Un mondo a parte ci porta nel cuore dell'Abruzzo, precisamente nel piccolo paese di Rupe, nel Parco Nazionale dell'Abruzzo. La storia ruota attorno a Michele Cortese, un maestro elementare stanco della vita nelle periferie romane, dove il suo lavoro è un continuo scontro con genitori e alunni disinteressati. Deciso a fare una svolta nella sua carriera, chiede il trasferimento a Rupe, un luogo remoto dove la scuola locale rischia la chiusura a causa del basso numero di iscritti.
Appena arrivato, Michele si trova ad affrontare una realtà del tutto diversa da quella che si era immaginato. Con soli sette studenti di varie classi elementari da insegnare e una comunità rurale che vede la scuola come una realtà marginale, Michele si immerge in una lotta per mantenere aperto il presidio educativo. Con l'aiuto della vicepreside Agnese, dei bambini e degli abitanti del paese, Michele cerca di mettere in atto un piano audace per salvare la scuola.
La trama del film, sebbene non del tutto originale, si distingue per il suo ritratto realistico della vita in una comunità isolata e periferica in un quadro affettuoso ma anche critico della vita nelle zone rurali abruzzesi, evidenziando le sfide e i pregiudizi che Michele deve affrontare nel suo tentativo di integrarsi.
I momenti di umorismo e sarcasmo che rivelano la complessità delle relazioni umane e sociali sono minati da alcune cadute di tono, come la rappresentazione degli abruzzesi come un po' troppo arretrati o alcuni stereotipi poco delicati, minano leggermente l'efficacia del messaggio del film. La rappresentazione della natura selvaggia e impervia dell'Abruzzo contribuisce a creare un'atmosfera suggestiva e autentica.
Un mondo a parte è un film che riesce a divertire e far riflettere, offrendo uno sguardo sincero sulla vita nelle comunità rurali e sul valore della scuola come baluardo di civiltà. Nonostante qualche cliché, il film riesce a trasmettere un messaggio importante sulla resilienza e sull'importanza della solidarietà comunitaria.