I tragitti in furgone accompagnati dalla musica rock anni ‘70, la cura dei suoi bonsai, la pulizia dei bagni pubblici, un panino al parco a pranzo e le letture serali: sono frangenti che si ripetono nelle giornate di un netturbino sulla sessantina di nome Hirayama (Koji Yakuso) in una silenziosa Tokyo. La sua vita è serena e pacifica in armonia anche quando entra in contatto con il mondo che lo circonda. Sono proprio gli incontri -la partita a tris con il collega del pomeriggio, i dialoghi con una ragazza al parco e con un senzatetto- che colorano la sua routine metodica. Un piccolo mondo a sé stante, silenzioso e armonioso.
Perfect Days (2023) di Wim Wenders è un film poetico che celebra la vita, la quotidianità e i semplici gesti che compiamo ogni giorno. Entriamo in un rapporto stretto con il protagonista insieme all’inquadratura che spesso si restringe, diveniamo così suoi complici. Il regista offre una ricca simbologia anche nei colori, nel bianco e nero, e nei giochi si luce e ombra.
Un piccolo capolavoro che ci invita a riflettere e a rallentare per riscoprire i piccoli gesti e la poesia della quotidianità proprio come il protagonista. Un elogio delle piccole cose, anche le più banali. Hirayama passa dal condurre una vita semplice e un lavoro “umile” alla ricchezza delle sorprese di ogni giorno. Nemmeno la morte riesce a turbare questa delicata esistenza.
Consigliato per gli appassionati della cultura giapponese e per chi ama i film commoventi che ti lasciano speranza e molto su cui riflettere.
Il film ha vinto il Premio della giuria ecumenica al Festival di Cannes 2023 e il Prix d'interprétation masculine a Kōji Yakusho al Festival di Cannes 2023. È stato inoltre candidato all’Oscar per il miglior film in lingua straniera.